Castruccio Castracani

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Castruccio Castracani è stato uno dei più valorosi condottieri che la storia italiana ricordi. Nato a Lucca nel 1281, fu esponente di spicco degli Antelminelli. Quando il guelfo Bonturo Dati salì al potere, Castruccio fu esiliato con la sua famiglia a a causa dell’appartenenza alla fazione ghibellina. Si trasferì, quindi, in Inghilterra alla corte del re Edoardo I, dove affinò l’uso delle armi e la conoscenza delle tattiche di guerra.
Cogliendo l’occasione della discesa dell’imperatore Arrigo VII in Italia, con l’intenzione di rientrare in patria, si unì all’armata di Uguccione della Faggiola e poté penetrare nelle mura di Lucca, partecipando, per vendetta del torto subito in passato, al saccheggio della città. A causa dei dissapori sorti con Uguccione, Castruccio fomentò una rivolta popolare a seguito della quale il vecchio amico fu costretto a fuggire. In virtù di questo successo il Castracani fu nominato Capitano Generale della città di Lucca, e qualche anno dopo, nel 1316, venne eletto Console a Vita.
Da questo periodo in poi Castruccio fu mosso dal forte desiderio di far crescere lo Stato lucchese e grazie alle conoscenze di tattica militare e alla sua personale astuzia, riuscì in breve tempo ad assoggettare diverse comunità, quali Castelnuovo, Sassi, Castiglione e Camporgiano, creando uno Stato a valenza quasi regionale e riuscendo a incutere paura alla città di Firenze, arrivando a battere moneta, con un gesto di sfida, proprio sotto le mura fiorentine.
I successi in guerra si affiancavano a quelli politici e così dopo essere stato nominato Vicario di Lucca, Lunigiana e Valdinevole dall’Arciduca d’Austria Federico I d’Asburgo, carica confermata dall’imperatore Ludovico il Bavaro, fu insignito anche del titolo di Duca di Lucca dal medesimo imperatore. Purtroppo il 3 settembre 1328, colto da improvvisa malattia, il condottiero morì proprio mentre stava organizzando una spedizione ai danni di Firenze.
Castruccio amò molto la Mediavalle e la Garfagnana e sopratutto ne comprese il valore strategico e tattico. Per questa ragione si dedicò con fervore a ordinare opere di ammodernamento e restauro per le fortificazioni più importanti di quest’area. Si dedicò alle strutture militari che facevano parte del proprio dominio come Coreglia, Ghivizzano e il Bargiglio. Ma anche altri fortilizi furono potenziati e fra di essi certamente un ruolo di spicco lo ebbe Castelnuovo, centro abitato fortificato che in quanto snodo viario di estrema rilevanza strategica, fu cinto da nuove mura dotate di torrette e di un ponte in muratura. Il progetto castrucciano prevedeva una riforma sostanziale del numero e della qualità delle fortificazioni presenti nella valle superiore del Serchio. La sua prematura morte non permise il compimento dell’imponente opera, che si limitò così a soli interventi di ammodernamento di una decina di fortilizi.