Castello di Cune
Il centro abitato di Cune è situato su un pianoro non distante dalla vetta del Monte Bargiglio, in posizione piuttosto elevata, ma lungo un percorso di montagna che unisce la valle del Serchio con quella del torrente Pedogna.
Oggi non sono rimaste tracce visibili delle antiche mura che cingevano il borgo, anche se il loro aspetto è ricostruibile da una vignetta di Giovanni Sercambi.
Il luogo di culto più importante è rappresentato dalla Chiesa di Santa Maria, dove sono conservate importanti opere pittoriche del Marracci (XVII secolo) e una statua policroma in legno raffigurante San Bartolomeo, databile al XIV secolo.
Una piccola escursione a piedi permette di raggiungere il Romitorio di San Bartolomeo e la vetta del Monte Bargiglio, con i ruderi dell'antica torre di avvistamento (circa 40 minuti a piedi).
Negli ultimi anni, sul Monte Agliale nei pressi di Cune, è stato allestito un importante osservatorio astronomico.
Note storiche
La prima notizia riguardante il castello di Cune risale al 1027, ma di esso non si hanno più notizie fino al 1185, quando Federico I decretò che i Lucchesi lo ricostruissero, dopo averlo danneggiato con la precisa intenzione di colpire i Suffredinghi. Infine il centro fu privato delle sue difese (le mura e le torri) nel 1373 quando i soldati lucchesi salirono al monte Bargiglio per sedare la ribellione dei discendenti di Francesco Antelminelli, che continuavano a utilizzare il castello presente sul monte come base per compiere razzie nei territori circostanti. Cune, che si trovava a poca distanza dal fortilizio del ribelle, ne sbarrava la via di accesso e per questo venne colpita.