Fortezza di Mont'Alfonso
La fortezza, posta su di un’altura nei pressi di Castelnuovo Garfagnana, consiste in un ampio recinto dotato di bastioni che, racchiudendo al suo interno un’area molto vasta (circa 5200 mq), permetteva di accogliere, in caso di necessità, le popolazioni dei borghi vicini. Fu costruita ricorrendo a tutti gli accorgimenti allora all’avanguardia a partire dai terrapieni che si sono perfettamente conservati nel tempo.
Note storiche
Sull’altura posta a ponente di Castelnuovo era esistito fin da epoca molto antica un paese ricordato come «villa» di Monti, le cui prime testimonianze scritte risalgono al 991 e al 1050. Il villaggio fu inizialmente fortificato nel corso del Medioevo. Quando il Duca Alfonso II d’Este giunse in Garfagnana nel 1561, i popoli dimoranti nelle vicinanze di Castelnuovo chiesero che venisse innalzata una fortezza che desse rifugio sicuro a coloro che vivevano in quel territorio e servisse da monito e spauracchio per il vicino Stato lucchese. Furono inviati sul posto i due architetti militari Marco Antonio Pasi e Vincenzo Civitali, ma si dovette attendere il 1578 per l’avvio dell’opera di fortificazione dell’altura.
Infine fu unicamente il Pasi a prendere in carico il progetto, poiché il Civitali aveva fin troppe relazioni con la Repubblica lucchese. Il 27 agosto 1579 si cominciarono a scavare le fondamenta dell’imponente fortezza bastionata e i lavori proseguirono fino al 1585, anno dell’ultimo pagamento documentato relativo alle cortine difensive.
Il progetto prevedeva terrapieni, baluardi pentagonali con fianchi “a musone”, piattaforme e artifici tecnici come i bastioni a forma di “coda di nibbio”. Il Pasi fu estremamente capace nell’adattare l’idea progettuale alla natura difficile del suolo, riuscendo a non cedere alle geometrie imposte dai trattati di architettura militare dell’epoca, ma perfezionandone i criteri per realizzare quest’opera unica nel suo genere.
Le cortine appena ultimate furono quindi dotate di artiglierie di grosso calibro: fra questi si annoveravano quattro cannoni, quattro falconi e quasi 5500 palle. Messa al sicuro l’area, si diede avvio ai lavori per la costruzione delle opere interne, utilizzando in parte le strutture preesistenti del villaggio di Monti.
Per secoli la fortezza di Mont’Alfonso, che doveva il suo appellativo all’unione dell’antico nome del borgo con quello del Duca che l’aveva promossa, svolse con arcigna determinazione il suo ruolo di controllo del territorio e di protezione della popolazione circostante.
Terminati i motivi di attrito fra lo Stato estense e la Repubblica di Lucca, il forte cominciò a perdere importanza. L’area fu pian piano smilitarizzata, la piazza d’armi fu ridotta ad orti e i terrapieni furono invasi da alberi e viti. Anche la rocca, un tempo ultimo baluardo di difesa per l’abitato di Monti, perse ogni connotazione militare venendo trasformata in carcere; molti edifici furono abbandonati e crollarono, come accadde anche alla fonderia per i cannoni fatta costruire nel 1617, della quale si sono trovate recentemente tracce archeologiche.