Castello di Bergiola
Questo borgo medievale è stato recentemente riportato alla luce dalla folta vegetazione e dall’abbandono causati da un terribile terremoto avvenuto in Garfagnana nel 1920. Conserva ancora le alte mura perimetrali ad andamento poligonale, alcune case in gran parte diroccate, alcune volte e l’antica mulattiera che conduce alla piazza del borgo, su cui si affacciano la chiesetta e il pozzo.
Del centro incastellato di Bergiola si hanno pochissime testimonianze scritte, anche se alcune fonti archeologiche sembrerebbero indicare l'esistenza dell'abitato già in epoca altomedievale. La prima memoria giunta a noi appartiene però al 1149, anno nel quale Papa Eugenio III confermò la sovranità spirituale sulla pieve San Lorenzo al vescovo di Luni: fra i numerosi villaggi che dovevano pagare la decima alla pieve figurava anche “Bergiola”. La decima era un istituto di antiche origini che consisteva nel pagamento della decima parte del prodotto di una qualsiasi attività economica all'ente ecclesiastico di appartenenza come segno di riconoscenza verso Dio.
Il borgo fortificato si poneva su una delle maggiori vie di transumanza e pertanto rimase vitale per tutto il Medioevo. Il villaggio fu ricordato nel 1287 come Comune autonomo, mentre nel 1308 la comunità fu enumerata all’interno di quei paesi che dovevano portare un cero durante la processione di Santa Croce, atto di devozione che si trasformava in una genuflessione di sudditanza nei confronti dei governanti della città egemone. Pochi anni dopo, nel 1313, Bergiola fu assegnata per un breve periodo a Spinetta Malaspina. Investito dalla furia delle armate di Castruccio Castracani nel 1319 anche questo paese, come altri, tornò a fare parte del dominio Lucchese e da quel momento in poi rimase sempre fedele al governo di Lucca.
Nonostante la fine del governo guinigiano (1430) e l'acquisizione da parte degli Estensi di gran parte della Garfagnana, Bergiola rimase fedele a Lucca: per questo nel 1602, il piccolo castello, le cui difese non erano mai state aggiornate ai tempi, fu saccheggiato e danneggiato dalle armate del Duca d’Este, penetrate in territorio lucchese allo scopo di vendicarsi dell’azione militare che aveva portato la Repubblica di Lucca a occupare le terre estensi di Motrone e Vallico.