Castello di Coreglia Antelminelli
Il borgo di Coreglia, ha rappresentato nel corso del Medioevo il centro del potere della famiglia Antelminelli; le sue origini antiche sono testimoniate dalle fonti scritte già a partire dal 1048, quando viene citata come fortezza militare fatta erigere dai Rolandinghi di Loppia.
I luoghi più significativi del centro abitato sono la Chiesa di San Michele, la Chiesa di San Martino e il Museo della Figurina di Gesso e dell'Emigrazione.
In origine chiesa castellana, la Chiesa di S. Michele, risalente al XII secolo, aveva una pianta a navata unica con transetto ed abside. L'edificio ha subito diverse modifiche a seguito di una ristrutturazione ottocentesca; al suo interno conserva diverse opere di rilievo, tra le quali un fonte battesimale del XV secolo e un tabernacolo per l´olio santo della fine del XV secolo e recentemente attribuito a Matteo Civitali. Infine è possibile ammirare un gruppo in marmo dell'Annunciazione e un Arcangelo Michele, opera della scuola di Giovanni Pisano e databile al XIV secolo.
La Chiesa di San Martino, il cui impianto originario risale al IX secolo, è uno dei rari esempi di architettura lucchese di età altomedievale. L'interno, a tre navate, conserva uno splendido affresco absidale del XVI secolo e un tabernacolo per gli oli santi, opera di Matteo Civitali.
Una visita merita il Museo della Figurina di Gesso e dell'Emigrazione "Guglielmo Lera", ospitato a Palazzo Vanni che documenta la storia e l'attività di manifattura del gesso dei "figurinai" di Coreglia. Il museo conserva circa 1300 esemplari di gesso a carattere sacro e profano, prodotti tra il XVIII ed il XX secolo.
Note storiche
Il primo castello di Coreglia, edificato intorno all'attuale chiesa di San Michele, era composto da una rocca difesa da una torre ed occupava un'area molto limitata. Dagli studi dello storico Guglielmo Lera è stato possibile ricostruire la storia dell'insediamento. Un ruolo nevralgico era ricoperto dalla torre abitativa che, successivamente, era stata adibita a campanile della chiesa castellana: sono ancora ben visibili sia le feritoie, sia le ampie finestre che si aprivano in alto, al medesimo livello nel quale si trova ancora l’accesso “in fortezza”.
Le mura che cingevano il paese si univano alla torre e scendevano inglobando la parte dell'abitato sorto proprio ai piedi della torre. In questa fase, inquadrabile approssimativamente entro il XII secolo, il castello era accessibile attraverso tre porte: una disposta a ovest, una a sud (la cosiddetta “Porta Piastri”) e infine quella che portava direttamente alla rocca.
Nei secoli successivi la cinta muraria non subì molte variazioni, mentre la rocca fu allungata verso il paese, divenendo, nel corso del XIII secolo, una vera e propria roccaforte capace di ospitare un ingente numero di armati. L’ultimo intervento riscontrabile è senza dubbio la costruzione del percorso di ronda sopraelevato tra XIV e XV secolo.