Castello di Motrone
Il borgo medievale di Motrone si colloca su di uno sperone roccioso detto “Bucine” che si affaccia sulla vallata del torrente Turrite Cava. La posizione strategica di questo sito consentiva di avere un contatto visivo diretto con alcune delle principali fortificazioni della valle come per esempio quelle di Cardoso, Vallico di Sopra e Coreglia.
Tra il XV e il XVI secolo, il borgo fu fornito di una cinta muraria, dotata di torrette, e di una porta, unico elemento superstite del sistema di difesa originario. Purtroppo niente rimane della rocca originaria appartenuta ai Suffredinghi: da alcune rappresentazioni grafiche, sappiamo che consisteva in una torre quadrangolare piuttosto massiccia, priva di apparati a sporgere.
Note storiche
Nel «loco» di «Mutrone» già nel 995 era presente una chiesa dedicata a San Giusto, assegnata nel 1062 a Sigefredo della famiglia dei Suffredinghi. È probabilmente in quel periodo che la piccola comunità fu fortificata e incastellata dato che nel 1244 il «castrum Motronis» fu citato dall’imperatore Federico II, che ne confermò il possesso ai Suffredinghi.
Agli inizi del XIV secolo il complesso di opere difensive dipendeva ormai direttamente dal Comune di Lucca. Il castello fu sempre tenuto in buona efficienza sia quando entrò a far parte della Contea di Coreglia retta da Francesco Antelminelli, nel 1355, sia quando fu enumerato fra i «castra» della Garfagnana nella Bolla d’Oro redatta dall’imperatore Carlo IV di Boemia.
Nonostante la sua posizione arroccata, nel 1429 il fortilizio fu attaccato e conquistato dalle truppe fiorentine capitanate da Niccolò Fortebraccio; da lì partirono alcuni attacchi del condottiero indirizzati verso il castello di Gallicano e le «terre» di Vallico di Sopra e di Vallico di Sotto. La fortificazione di Motrone, tornata in mano lucchese a seguito dei trattati di pace del 1442, fu nuovamente potenziata nelle sue difese nel corso del XVI e XVII secolo per la sua posizione di confine tra lo Stato lucchese e quello estense. Dopo gli attriti che incendiarono gli animi di Lucchesi ed Estensi agli inizi del Seicento, il castello di Motrone cominciò a perdere progressivamente importanza tattica, tanto che fu col tempo smilitarizzato.