Il culto di San Jacopo e la Valle del Serchio
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In epoca medievale, tre furono i principali luoghi di pellegrinaggio della Cristianità: il sepolcro di Gesù a Gerusalemme, la tomba di San Pietro a Roma e il luogo dove riposavano le spoglie dell’apostolo Giacomo di Zebedeo, indicato anche con il nome di San Jacopo.
Secondo la tradizione, pochi anni dopo la crocifissione di Gesù, Erode Agrippa I promosse una persecuzione che portò alla decapitazione di Giacomo, facendone il primo apostolo martirizzato. I suoi discepoli trafugarono il corpo e lo trasportarono in Galizia, dove fu sepolto all’interno di antiche fortificazioni sul monte Libredón.
Soltanto nell’830, un eremita chiamato Pelagio seguendo la miracolosa apparizione di una stella, ritrovò il sepolcro con le reliquie: tre corpi, di cui uno con la testa mozzata, e la scritta “Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e Salomé”. Il vescovo Teodomiro denominò il luogo “Campo della Stella” e con il tempo il nome di quel luogo mutò fino a divenire Santiago de Compostela, toponimo che fonde il nome del Santo con la località nella quale il suo corpo fu riportato alla luce.
In questo stesso luogo si avviò nel 1075 la costruzione di una maestosa basilica, anche in virtù del fatto che, in piena Reconquista, il santo fu visto apparire più volte sui campi di battaglia allo scopo di incutere terrore negli arabi e al contempo fortificare i cuori dei cristiani.
Il pellegrinaggio verso San Giacomo ovvero verso Santiago de Compostela conduceva verso l’espiazione di peccati più o meno gravi; per questa ragione il culto del santo si diffuse rapidamente lungo quelle direttrici che conducevano al santuario. Anche la valle del Serchio fu interessata dal transito dei pellegrini, in quanto Lucca era una della tappe principali sia per coloro che si dirigevano verso Roma, sia per quelli che desideravano arrivare in Galizia.
La prima chiesa dedicata è quella di San Jacopo di Capraia, una borgata sulla via che conduce a San Pellegrino in Alpe, della quale abbiamo notizia già nel 1168, quando la cappella fu inserita all’interno di quelle strutture ecclesiastiche che dipendevano dalla pieve di Fosciana.
A Gallicano la chiesa di San Jacopo si affiancava alla pieve di San Giovanni e alle altre tre cappelle di Santa Maria di Pianizza, Sant’Andrea extra muros e Santa Lucia, costituendo in questo modo la vera chiesa parrocchiale del centro abitato. Anche a Crasciana esisteva un tempio dedicato al Santo e pure in questo caso si collocava all’interno del paese, mentre l’antica parrocchiale, quella di San Frediano, posta qualche chilometro fuori delle mura, alla fine fu unita a questa struttura di fondazione più recente.
È significativo, inoltre, che a Isola Santa, piccolo nucleo abitato collocato lungo la via di Valdarni, fosse stato edificato un ospedale dedicato a San Giacomo che aveva la funzione di accogliere i pellegrini che transitavano su quella strada, affinché la notte non li cogliesse mentre camminavano tra le fitte boscaglie.
Fin da epoca molto remota, la valle superiore del Serchio fu considerata “terra di passaggio” e per questo motivo, molti sono gli edifici di culto che in questi territori furono dedicati a San Giacomo, Santo spesso associato al passaggio delle vie di pellegrinaggio.
Il culto di San Jacopo si sviluppò anche in numerose località oltre a quelle citate, paesi nei quali in epoche diverse furono eretti luoghi di preghiera intitolati all’apostolo e fra essi si ricordano in particolar modo quelli di Pugliano, di Capanne di Careggine, di Camporgiano, di Vallico di Sotto e di Borgo a Mozzano.