Paolo Guinigi
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L’origine dei Guinigi fonda le sue radici nel tempo tanto che si ritiene che il capostipite “Winizio” fosse il promotore di una delle più fiorenti curtis laiche della Garfagnana, quella di Vallico, documentata fin dal 1122. Insieme di terre e di edifici soggette al controllo di un unico proprietario, le curtis si affermarono nell'alto medioevo come nuovo modello dell'organizzazione fondiaria. Questi grandi possedimenti erano gestiti da signori, i quali potevano appartenere sia all'aristocrazia laica, che agli ordini ecclesiastici.
Per quanto riguarda Paolo, egli nacque a Lucca nel 1376, da Francesco Guinigi, abile mercante e uomo politico del tempo, e Filippa di Arbore Serpente, erede del patrimonio dei Castracani e terza moglie di Francesco, ma non essendo figlio unico convisse assieme ai suoi quattro fratelli (Lazzaro, Roberto, Antonio e Bartolomeo) e alle dieci sorelle. Per seguire i contatti commerciali della famiglia, poco più che tredicenne, fu mandato al seguito del fratello maggiore Lazzaro a Londra e a Bruges, dove apprese l'arte del commercio. Rientrato in patria nel 1392, venne investito di importanti cariche politiche all’interno dello stato lucchese fino all’ingresso nel Collegio degli Anziani.
Nel 1400, Paolo fu eletto Capitano e Difensore del Popolo, assumendo di fatto la funzione di Signore di Lucca e si dimostrò uno scaltro politico. Con una serie di matrimoni ben programmati, riuscì a intrecciare relazioni con famiglie di rango, come gli Antelminelli di Lucca, i Del Carretto di Genova, i Da Varano da Camerino e i Trinci di Foligno.
Paolo Guinigi mantenne per un trentennio la pace in tutto il territorio lucchese riuscendo a difendere i confini dello stato grazie a un sistema di fortificazioni ereditate dagli amministratori del passato. Visto lo stato delle fortificazioni, piuttosto malridotte e mal equipaggiate, dette il via a un’importante opera di risistemazione, ordinando che tutte le strutture fossero mantenute sempre ben vigilate ed equipaggiate. Estensi, Malaspina, Fiorentini e Pisani, malgrado potessero definirsi “amici”, potevano voltare faccia da un momento all’altro minacciando così la libertà duramente acquisita dallo stato lucchese. Molte delle rocche e dei centri fortificati della Mediavalle e della Garfagnana furono adeguati in questo periodo.
Paolo Guinigi ebbe un legame particolare con l’area montana lucchese in quanto si spostava spesso dai palazzi eleggendo a temporanea residenza la torre della Rocca di Ghivizzano, costruzione ristrutturata per uso civile e probabilmente pervenuta nelle sue mani a seguito del primo matrimonio contratto con Maria Caterina Antelminelli, pronipote ed erede di Castruccio Castracani, deceduta appena undicenne poco dopo le nozze.
La politica estera diplomatica e prudente di Paolo Guinigi consentì di far prosperare la Signoria di Lucca grazie al commercio di seta e marmo, ma l’amicizia con Filippo Maria dei Visconti di Milano, diede motivo ai Fiorentini di attaccare il pacifico stato. Le armate di Niccolò Piccinino giunsero a cingere d’assedio la capitale stessa, ma l’assedio fu spezzato dall’intervento di Ladislao Guinigi. La situazione precipitò comunque a causa di una rivolta popolare e Paolo fu costretto a fuggire, cercando rifugio a Milano.
Il 15 agosto 1430, fu ripristinata la Repubblica di Lucca e restaurate le antiche forme di governo destituite dal Guinigi. Paolo fu condannato a morte e per questo lo stesso Duca di Milano lo fece arrestare e gettare in carcere a Pavia dove, nel 1432, dopo due anni morì.