Ilaria Del Carretto
Valle del Serchio. Più vicino a te
Nata nel 1379 a Zuccarello, Ilaria era figlia di Carlo del Carretto, Marchese di Savona e Signore di Finale. A seguito della morte di peste della giovanissima sposa Maria Caterina degli Antelminelli, Paolo Guinigi manifestò la sua volontà di riprendere moglie, sia per assicurarsi una discendenza come pure per rafforzare la sua politica di alleanze diplomatiche.
La scelta della marchesina di Savona appariva essere la migliore, vista anche la lunga alleanza che intercorreva tra la famiglia dei Del Carretto ed il Duca Visconti di Milano. In più da oltre cento anni la città di Lucca intratteneva rapporti d’affari con Savona, esportando le preziose sete e le stoffe pregiate nella riviera ligure.
Alla fine del 1402, appena avuta una risposta affermativa dal Marchese Del Carretto, Paolo diede il via ai preparativi delle nozze e nel 1404 nacque l’erede di Paolo Guinigi, il primogenito Ladislao, il cui arrivo fu festeggiato da tutta la città con numerosi fuochi di falò.
Alla fine del 1405, la ventiseienne Ilaria diede alla luce la secondogenita, che prese il nome di Ilaria Minor. A causa di complicazioni del parto, dovute certamente dall’indebolimento del gracile corpo di Ilaria sottoposto a due gravidanze molto ravvicinate, l’8 dicembre 1405 la giovane Marchesa di Savona morì tra grida straziate e dolori insostenibili.
Il sarcofago di Ilaria, una delle più pregevoli opere dello scultore senese Jacopo della Quercia, è realizzato in bianco marmo di Carrara, e rappresenta a grandezza pressoché reale la dolcissima sembianza della giovane donna dormiente. I capelli sono raccolti in una treccia impreziosita da un copricapo decorato e la testa è poggiata su due cuscini lievemente infossati quasi cedessero sotto il peso del suo capo. Ai piedi è rappresentato, accovacciato, il piccolo cagnolino della Marchesa simbolo della fedeltà coniugale, tema di gran lunga trattato tra il XV e il XVI secolo.
Lo stesso Leon Battista Alberti, infatti, in uno dei suoi testi più famosi, il Della Famiglia redatto nel 1430, afferma che una donna è honesta quando è “ necta e pulita non né panni solo et membra, ma in ogni acto ancora et parole ”. Il cagnolino messo a guardia della giovane sarebbe, perciò, il simbolo della fedeltà, di quell’onore per il quale Ilaria del Carretto era così cara ai lucchesi.
Nonostante questa simbologia romantica, che ancora oggi richiama turisti e fedeli, il corpo di Ilaria non venne mai posto nel sarcofago, bensì seppellito all’interno della Cappella Guinigi nel complesso architettonico del Convento di San Francesco a Lucca. Recenti studi da parte della sezione di Paleopatologia dell’Università di Pisa indicano che i resti di alcune sepolture femminili rinvenute all’interno della Cappella di Santa Lucia in occasione del restauro del complesso, potrebbero appartenere alla giovane moglie di Paolo Guinigi.