Castello di Corfino
Il centro abitato di Corfino si trova a una quota di circa 860 metri s.l.m., più o meno a mezza costa del versante meridionale del monte La Bandita, in una posizione da cui si gode di un’ottima visuale sulla valle del Serchio.
Il castello si strutturava come un vero e proprio borgo fortificato, con le case che facevano da cinta muraria, con il lato maggiore verso sud e la punta a nord. L’unica porta di accesso si apriva sul lato sud della fortificazione.
Pochi elementi del paese medievale sono sopravvissuti grazie ai recenti interventi di ristrutturazione. Rimangono ancora in piedi la porta di accesso al borgo murato e alcune abitazioni.
All’interno del portale di ingresso sono ancora visibili gli alloggiamenti per i cardini delle antiche porte e i buchi per i fermi di legno attraverso i quali le grosse ante dovevano essere assicurate durante le ore notturne o in caso di pericolo. Interessante notare come sulla mensola di sinistra compaia la data 1212, scritta con numeri romani: questo sembrerebbe confermare la datazione di tale genere di strutture al XIII secolo.
Piuttosto tarda è la costruzione del Santuario della Madonna del Soccorso, risalente al 1635. Al suo interno sono conservate alcune opere d’arte fra le quali un altare in pietra serena del XVII secolo e una pittura su tavola databile al 1475-1490 che rappresenta la "Madonna col Bambino", firmata da Pietro di Talata.
Note storiche
La prima testimonianza scritta della presenza di un villaggio presso questa località appare nella documentazione lucchese del 793, anno in cui fu ricordato come «villa». L’innalzamento delle difese è attribuito ai Rolandinghi e con ogni probabilità almeno una parte di queste fu portata a termine nel 1212, secondo quanto recita l’iscrizione già citata. Il fortilizio ebbe una vita alquanto travagliata in particolare nel corso del XIV secolo. Nel 1370, per esempio, Orlando e Alderigo degli Antelminelli erano riusciti a occupare il piccolo avamposto militare e con esso anche altre comunità della Garfagnana. Non appena giunsero le armate lucchesi, però, i due condottieri furono obbligati a ritirarsi assieme ai soldati che li avevano sostenuti: per rappresaglia appiccarono il fuoco alle rocche conquistate e così anche Corfino fu danneggiato pesantemente. Il borgo e la rocca subirono molti danni e per questo il governo lucchese fece particolari concessioni affinché la popolazione potesse riprendersi. Forse proprio per il fatto che le difese del castello erano ancora inutilizzabili, nella Bolla d’Oro sottoscritta nel 1376 dall’imperatore Carlo IV di Boemia, Corfino viene ricordato come «Commune» e non come fortilizio.
Il castello fu certamente ricostruito in epoca guinigiana e rimase in mani lucchesi fino al 1429, anno in cui molte “terre” della Garfagnana, temendo di essere occupate dalle truppe di Niccolò Fortebraccio, preferirono darsi pacificamente a Niccolò d’Este, allora marchese di Ferrara.